Anedonia – Come vivresti conoscendo il giorno della tua morte?

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Anedonia

Thismia Kobensis
In futuro è qui, e l’umanità è nuovamente alle porte del collasso della specie. A meno che la popolazione non diminuisca, in modo che ognuno possa ottenere un angolo limitato di benessere. Ma come fare? Ecco che viene istituito il Ministero per la Decrescita Demografica.

Introduzione

La parola Anedonia ha origine dal greco, la Treccani la spiega come: incapacità di provare piacere, con appiattimento affettivo e dell’emotività.

Questo libro ci porta in un futuro non troppo lontano, in cui l’unica possibilità di sopravvivenza del genere umano risiede nel controllo demografico. Ormai non si tratta più di tenere sotto controllo le nascite, è diventato necessario programmare le morti per consentire a tutti di godere di uno scorcio di vita e benessere. Ma è veramente vita quella che si conduce quando abbiamo la data della nostra Terminazione segnata dal giorno della nascita?

Recensione

La storia di Anedonia si sviluppa su due punti di vista: Lei e Lui.

Lei è ormai giunta agli ultimi 6 mesi di vita, nonostante abbia sempre saputo il giorno della sua Terminazione, adesso la vede concretizzarsi davanti a sé. Deve lasciare il lavoro in fabbrica, uno spazio sicuro in uno stanzino di appena un paio di metri in cui l’unico contatto umano avviene dalla voce di un megafono. È costretta ad affrontare una serie di visite mediche che garantiscono la sua salute nelle ultime settimane di vita e questo la mette a disagio. Deve prendere decisioni per affrontare gli ultimi giorni: a quale clinica affidarsi? Come morire? Ma alla fine non ha nessuno a cui dire addio, non ha nessuno nella sua vita e si ritrova a interfacciarsi con emozioni alle quali non sa dare un nome, non sa capire e affrontare, finendo per restare chiusa nella sua camera ad attendere che il tempo passi, braccata dal rintocco di un orologio.

Lui ricorda com’era il mondo prima che venisse istituito il Ministero per la Decrescita Demografica. Ricorda la campagna, il verde delle piante che tanto amava e una vita semplice accanto alla persona che ama. Ma era prima. Prima che le città prendessero tutto lo spazio possibile, prima che le risorse diventassero così poche da non consentire più la libertà a vivere. Lui è stato reintrodotto nella società dopo che il suo lavoro viene dichiarato obsoleto, ritrovandosi a fare il mestiere che tutti rifuggono, ma di cui tutti hanno bisogno: la Morte.

Anedonia è un grande specchio in cui bisogna avere il coraggio di guardarsi. Una società portata al limite, che per buonismo ha deciso di consentire pochi anni di vita a tutti, ma a che prezzo? Le persone rifuggono le altre persone, ognuno si nasconde in se stesso, senza però sapersi ascoltare. Le emozioni sono sconosciute a tal punto da avere bisogno di un gruppo di ascolto per affrontarle, e nonostante ciò nessuno è in grado di dar loro un nome o di capirle, neanche la psicologa che dirige le sedute. Felicità? Paura? Se ne viene a conoscenza solo quando la Terminazione è vicina, o al contrario quando viene posticipata grazie alla Lotteria, e allora ci si sente persi, senza più un punto fermo nella vita. L’unica certezza che accompagna ogni essere umano su questa Terra: il giorno della propria morte.

Eppure questa società, che certo non è immune alla corruzione, si trova al punto di avere a che fare con dei terroristi. Una serie di attentati stanno sconvolgendo la vita di centinaia di persone con lo scopo di risvegliare coscienze sopite. La vita è veramente vita quando non sai cosa ti accadrà il giorno dopo, ma finché non lo capirai continuerai a esistere senza vivere davvero.

E voi cosa preferireste? Assaggiare la vita consapevoli di abbandonarla nel giro di qualche anno, o vivere una catastrofe che porterà l’umanità vicina all’estinzione, ma consapevoli che ogni giorno in più è un dono?

Conclusioni

Anedonia è stata una lettura veloce, un puzzle da comporre capitolo dopo capitolo, ma che colpisce là dove si nasconde la paura. Un mondo immaginato, ma che svela una possibilità che non può lasciarci indifferenti. Uno sguardo su un’umanità persa, ma che ancora lotta per vivere e alla quale mi sono sentita molto vicina.

Se vi piacciono le scelte morali, se il futuro vi sembra incerto, allora questo libro fa per voi.

Voto

4/5

Citazioni

Conoscere la data della propria morte significa eludere la morte. La morte intesa come ignoto, come imprevedibilità, come incognita. Se l’elisir di vita eterna non si concilia con lo spazio limitato che chiamiamo Terra, ecco l’unico modo per sconfiggere la morte: programmarla.
Questo è il principio su cui si basa la nostra società.

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