Consigli di scrittura – la storia in 3 Atti

La Storia in 3 atti, cos’è?

Il primo a parlare di Storia in 3 atti, o Struttura in 3 atti, fu Syd Field nel 1979 nel suo libro Screenplay: The foundations of screenwriting. Ma la Storia in 3 atti è nata molto tempo prima, addirittura Shakespeare utilizzava questo tipo di struttura per i suoi scritti teatrali. Alcuni attribuiscono la sua origine ad Aristotele nel 335 a.C., ma nella tragedia greca si potevano distinguere solo 2 atti.

Per farla breve, la Struttura in 3 atti è una linea guida che si può riconoscere in moltissime storie (siano esse libri, film, rappresentazioni teatrali…), una divisione in parti che può aiutare chi scrive a creare una base solida per la propria storia.

Questo non vuol dire che sia una rigida regola da seguire, che ogni punto chiave di questa struttura sia un passaggio obbligato, anzi. Esistono moltissime storie che seguono parzialmente queste indicazioni o non le seguono affatto. Leggere molto, guardare molti film o serie tv aiuta a incorporare inconsciamente le basi per costruire una storia solida, e se utilizziamo un’occhio critico vedremo le lacune che ci possono essere. Conoscere come è costruita una Storia in 3 atti può aiutarci a capire proprio questo, a sviluppare quello sguardo critico.

Una volta ho sentito dire che la Struttura in 3 atti è come uno scheletro sul quale chi scrive può costruire qualsiasi cosa, e trovo che sia la definizione più azzeccata.

Quali sono questi 3 atti?

Tradizionalmente i 3 atti si dividono così:

  • Atto 1: Setup / Inizio
  • Atto 2: Confrontation / Svolgimento
  • Atto 3: Resolution / Fine

Credo che questa divisione basilare vi richiami i tempi della scuola in cui studiavate la fiaba o il saggio. Alla fine, si tratta sempre di storie.

Premessa: ci tengo a dire sin da subito, onde evitare confusione, che gli atti non hanno lo stesso peso all’interno della storia. Generalmente il 1° e il 3° atto sono più brevi, mentre il 2° è quello in cui si sviluppa la maggior parte della storia.

Atto 1

L’Atto 1 (occupa circa il primo quarto dell’intera storia) è importante poiché ha il compito di agganciare il lettore o lo spettatore e ingaggiarlo dentro la storia stessa. In questo momento si presentano i personaggi e il mondo in cui si muovono. Qui è dove diciamo se questo mondo è reale o magico, è importante da qui in poi mantenere una coerenza all’interno del mondo per non far storcere il naso a chi legge.

Le fasi che possiamo distinguere all’interno dell’Atto 1:

  • Il Gancio: è il primissimo tassello, quello che risponde alla domanda “perché qualcuno dovrebbe continuare a leggere/guardare?” Spesso lascia una domanda a cui cerchiamo risposta.
  • L’Incidente Scatenante: una prima decisione da prendere, qui si inizia a vedere il conflitto dei personaggi, può risvegliare un desiderio.
  • 1° Plot Point: spesso la chiamata che scaturisce dall’incidente scatenante viene rifiutata, ma qui i personaggi sono immersi nel conflitto, raggiungendo un punto di non ritorno che li condurrà inevitabilmente a reagire, cambia la prospettiva che hanno sugli eventi e niente potrà essere come prima. Es. questo è il momento in cui Frodo lascia definitivamente la Contea insieme a Sam.

Atto 2

L’Atto 2 occupa la maggior parte della storia, qui è dove gli eventi si sviluppano, i personaggi conoscono, esplorano, si divertono, intessono relazioni, si innamorano.

  • 1° Pinch Point: qui vedremo il primo dei tanti ostacoli che i personaggi dovranno superare (perché ce ne saranno molti altri), generalmente ha un legame diretto con il Midpoint.
  • Midpoint (o 2° Plot Point): i personaggi diventano reattivi, non hanno più scelta, tutto cambia.
  • 2° Pitch Point: si enfatizzano le forze antagoniste e tutto ciò che il protagonista potrebbe perdere.
  • 3° Plot Point / Tutto è perduto: in questo momento i personaggi raggiungono una falsa vittoria, seguita dal momento peggiore di tutti, ovvero la sensazione che sia tutto perduto, che non ci sia niente da poter fare e quindi non ci siano più speranze. In questo momento c’è sia una perdita fisica che un’oscurità emotiva che i personaggi si ritrovano a esplorare.

Atto 3

Siamo dunque arrivati infondo, al punto in cui tutti i punti convergono per il finale, in cui le sottotrame si fondono per portare all’unica risoluzione.

  • Climax: questo è il culmine del dramma in cui viene enfatizzata la crescita personale del protagonista. Anche avvenisse in mezzo a una battaglia, ci sarà sempre un conflitto diretto tra protagonista e antagonista (in base a quale storia sia questo conflitto può essere interamente interno al personaggio) che mostra il cambiamento avvenuto. Può concludersi sia con una sconfitta, sia con una vittoria. In un romance questo è generalmente il momento del “ti amo” tanto atteso. Insomma, è il momento più emozionante di tutti.
  • Finale: I nodi sono finalmente sciolti, le questioni in sospeso saldate.

Esiste anche la Storia in 5 atti

In realtà esiste la storia in quanti atti volete, come ho detto all’inizio non è una regola rigida, ma si adatta ad ogni storia, che abbiano più o meno atti, più o meno Pinch Point. La struttura che abbiamo presentato sopra è la più “canonica”, ma ciò non toglie che l’arte non ha limiti.

Per fare un esempio ho ricreato un grafico della Struttura in 5 atti, altro non è che una spartizione ulteriore del 2° Atto in 3 diversi atti. Per chi ama plottare (cioè chi ama definire interamente la trama e avere una base solida prima di mettersi a scrivere) questo è un metodo più funzionale perché richiede più precisione.

Qual è il metodo migliore?

Ahimé, il metodo migliore non esiste, sta a ognuno di noi trovare quello che fa per noi, se non addirittura crearne uno totalmente nuovo. La Storia in 3 atti è un modello che si adatta a tantissime storie, permette di avere un’idea molto generale e va bene per generi diversissimi.

Per me è molto funzionale la Struttura in 27 Capitoli, che altro non è che un ulteriore approfondimento della Storia in 3 atti, ma di tecniche di scrittura ne esistono moltissime altre. Tra le più famose c’è sicuramente il Save The Cat, o il metodo del Fiocco di Neve.

Voi quali tecniche usate? Quali ci consigliereste di provare? Lasciateci un commento se il post è stato utile e volete altri contenuti simili!

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