La Valle dei Fiori

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La Valle dei Fiori

Niviaq Korneliussen
Nuuk, Groenlandia. Una ragazza che si sente sempre sbagliata, una casa opprimente, una fidanzata che non pensa di meritare. All’orizzonte la promessa di studiare e farsi un futuro in Danimarca. E allora perché questo senso di inadeguatezza continua a perseguitarla? La spinge verso il baratro senza che lei riesca a opporsi.
Una realtà complicata, la nazione con il più alto tasso di suicidi, un tabù inviolabile che non permette di aiutare e aiutarsi. Tutto ciò che ci si possa augurare è finire tra le croci anonime della Valle dei Fiori di plastica che così profondamente ha colpito la giovane donna.

Introduzione

La protagonista de La Valle dei Fiori è una ragazza inuit che vive in Groenlandia. Fuori dal coro, si sente di essere sempre la persona sbagliata nel momento sbagliato. Cerca di soffocare ciò che sente per paura del dolore che potrebbe provare, una sofferenza che tra gli adolescenti Groenlandesi dilaga più di quanto non si voglia ammettere. Una ragazza come tante altre, né troppo magra né troppo grassa, non stupida né brillante… una ragazza senza nome perché non raffigura nessuno, ma al contempo tutti i ragazzi inuit che vivono con lo stesso invisibile mostro che è la depressione.

L’autrice Niviaq Korneliussen porta al pubblico un tabù che sta risuonando sempre più forte in una società che si ostina a non voler vedere, e lo fa con una storia e uno stile davvero coinvolgenti. La tematica del suicidio è sicuramente ostica, sono rimasta spiazzata dal leggere con quale superficialità venga vissuta. Resta il dolore per la perdita di un caro, ma la questione viene accettata senza indagare troppo sui motivi che hanno portato a una scelta del genere, soprattutto da persone così giovani.

La stessa autrice pronuncia un discorso accusatorio nel 2021, durante il conferimento del premio del Consiglio Nordico.

«Ho provato a scrivere un discorso indirizzato ai leader del mio paese, ma è come parlare con un muro, e non mi prendo più il disturbo. Quindi ho deciso di dedicare questo discorso a coloro per cui scrivo. Ai bambini e ai giovani che sono a casa, voi siete il motivo per cui ho vinto questo premio.
Abbiamo il più alto tasso di suicidi al mondo. Nel corso di diverse generazioni sono venute a mancare tantissime persone che avrebbero potuto essere ancora qui. Che avrebbero potuto vivere una vita lunga, e non diventare solo ventenni, quindicenni, dodicenni. Abbiamo un sistema che vi trascura ripetutamente quando avreste più bisogno di aiuto. Non si assumono la responsabilità, la scaricano su di voi, voi che nemmeno sapete se sarete in grado di superare la notte.
A voi che trovate la forza di vivere un giorno in più, nella speranza che domani andrà meglio, e che forse stavolta ci sarà qualcuno pronto a prendersi cura di voi.»

Recensione

La prima cosa che ho notato quando ho iniziato a leggere La Valle dei Fiori è stata la numerazione dei capitoli. Non un comune conteggio progressivo, ma bensì un conto alla rovescia scandito da età, genere e causa del suicidio. Una scelta davvero unica ed efficace, che sottolinea la frequenza con la quale questi eventi avvengano, e quando facile sia passarci sopra e andare oltre.

La storia ruota tutta intorno al senso di inadeguatezza che prova la protagonista, la sua apparente freddezza che si scontra con i malesseri di tutte le persone che le ruoteranno intorno, facendo stridere l’indifferenza e il profondo dolore che si annida nel profondo fino a portarla al punto di non ritorno.

All’inizio, nonostante si intuisca un passato doloroso, si percepisce la volontà della ragazza di mettersi in gioco e fuggire lontano per poter vivere una vita serena. Infatti sappiano che partirà a breve per la Danimarca, dove si è iscritta all’università, consapevole, e in parte felice, di abbandonare i suoi cari dietro di lei. Eppure l’amore la costringerà a tornare nel suo paese d’origine, a causa del suicidio della cugina della sua ragazza. Paese in cui vedrà per la prima volta la Valle dei Fiori di plastica, ornamenti per una distesa di tombe senza nome dedicate ai giovani inuit che si sono tolti la vita. Una visione tanto forte da sconvolgerla nel profondo.

La Valle dei Fiori è un romanzo intimo, da leggere con attenzione. Tocca nel profondo e fa stringere il cuore, ma non mancano momenti dai sorrisi amari. Leggendo facevo il tifo per i personaggi, soffrivo con loro, li incoraggiavo alla rivalsa. I personaggi di cui leggiamo sono drammaticamente reali, potrebbero tranquillamente essere i nostri amici e cugini, ognuno diverso e caratterizzato abilmente.

Concludendo

Se hai voglia di emozionarti leggi questo libro.
Se ti senti solo e sbagliato ricordati che non sei solo.

Certo la Valle dei Fiori non è un romanzo da spiaggia, ma credo sia assolutamente un romanzo necessario. Specchio di una realtà che ci è più vicina di quanto crediamo.

Se hai voglia di altre storie emozionanti:

Tutto il blu del cielo – Melissa Da Costa

Voto

5/5

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