L’annusatrice di libri – Recensione

Copertina libro l'annusatrice di libri

L’annusatrice di libri

Desy Icardi
Fine anni ’50, Adelina è un’adolescente di campagna mandata a Torino dalla zia Amalia per studiare in una scuola femminile. Dal momento in cui si trasferisce però non riesce più a leggere, o meglio prova una grande difficoltà nel decifrare le parole stampate sulla carta. Un giorno, mentre si trova a studiare a casa di una sua compagna di classe, scopre di avere un dono: è in grado di annusare le storie contenute nei libri. Sarà proprio questa insolita capacità a portare non pochi problemi nella vita della piccola Adelina.

Introduzione

Questo libro mi è stato regalato e quando l’ho visto mi ha fatto sorridere. Il titolo L’annusatrice di libri e l’idea che ispirava mi sembravano davvero simpatici, ma quando ho iniziato a leggerlo ci ho messo davvero, davvero molto tempo per finirlo. La storia non mi ha catturata e mi sono dovuta forzare a non abbandonarlo. Avevo visto spesso il nome di Desy Icardi tra gli scaffali, ma non sono rimasta colpita come speravo.

Recensione

Lo stile de L’annusatrice di libri non colpisce particolarmente. Spesso mi sono ritrovata un po’ annoiata, alcuni dialoghi mi sono sembrati forzati.
La costruzione dei personaggi e la trama sono piuttosto deboli.
Partendo da Adelina, la protagonista, non ha alcuna influenza sugli avvenimenti che la circondano. Non è parte attiva della storia, segue semplicemente gli eventi senza mai intervenire. In più del suo personaggio non si percepisce una crescita durante lo svilupparsi della storia, restando quindi una personalità piatta.
La zia Amalia invece viene presentata come una giovane campagnola, capace di farsi furba all’occorrenza e che non si lascia prendere in giro facilmente. Tuttavia quando si trova davanti un uomo che vuole raggirarla perché interessato all’abilità della nipote, si lascia manipolare in un modo deludente e per niente conforme alla sua personalità.
Il personaggio maggiormente caratterizzato in questo romanzo è il prete che insegna nella scuola di Adelina e che ne scopre l’abilità. Tuttavia anche lui ha un passato accennato che non viene mai spiegato, e ciò fa si che resti una sensazione di incompiuto per chi legge.
Un altro aspetto negativo è la trama: piuttosto scontata, in certi momenti è stato facile prevedere cosa sarebbe successo senza grande sforzo. Per quando riguarda il metodo di narrazione parallela tra la storia di Adelina e quello zia Amalia, devo dire che non mi ha conquistato per niete. Anzi, mi è sembrato solo un modo per risolvere una situazione finale in modo facile (e anche improbabile direi). Ed infatti proprio nel finale ho percepito una gran fretta. Un accavallarsi di eventi e di azioni inverosimili compiute da personaggi marginali per risolvere una situazione che invece i protagonisti non hanno minimamente contrastato. Per non dire che alcuni eventi mi sono sembrati totalmente casuali e messi lì perché sì (ma non posso essere più esplicita altrimenti sarebbe un enorme spoiler del finale).

Conclusioni

In conclusione questo libro non mi è piaciuto, mi è sembrato scialbo sotto molti aspetti. L’idea poteva anche essere interessante, ma sicuramente questa trama non l’ha esaltata nel mondo appropriato.

Voto

1/5

Citazioni

La donna le aveva letto i romanzi di Francis Scott Fitzgerald per insegnarle che in amore non sempre tutto va come dovrebbe, ma dopo era passata a Jane Austen per farle capire che comunque è legittimo sperare nel lieto fine. Talvolta le aveva letto romanzi inadatti alla sua età, come Nanà di Emile Zola, la storia di un’attricetta arrivista e dei molti amanti che aveva portato alla rovina.
«La vita di Nanà è tutta sbagliata», aveva protestato Luisella.
«E’ facile per te dirlo, visto che sai com’è andata a finire, ma Nanà non aveva idea. Questo è il bello dei romanzi: ti mostrano le conseguenze degli errori umani, sollevandoti dalla fatica di doverli sperimentare tu stessa».

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