Recensione La ragazza dello Sputnik

Copertina La ragazza dello Sputnik

La ragazza dello Sputnik

Haruki Murakami
La storia muove i fili fra i tre personaggi principali: il narratore, un ragazzo senza nome innamorato di Sumire, una giovane giapponese sua coetanea che non ricambia questi sentimenti, rivolti invece verso Myu, una imprenditrice di quaranta anni.
Un triangolo amoroso dalle note amare e dai risvolti drammatici, quando il passato oscuro di uno dei personaggi verrà a galla e stravolgerà i loro rapporti.

Introduzione

La ragazza dello sputnik è il nono romanzo di Murakami, scritto nel 1999 ma arrivato in Italia solo nel 2006, edito Einaudi.
È stato il mio secondo racconto di Murakami, preceduto da “Norwegian Wood” e dalle aspettative sull’autore che questo primo meraviglioso libro ha generato.

Recensione

Murakami è un autore eccezionale, un esempio per ogni aspirante scrittore: ha una incredibile capacità di farti provare ogni emozione possibile attraverso le sue parole. Quando leggo i suoi racconti sono completamente in suo potere. Tuttavia, autori dalla così grande fama e produzione letteraria possono dire di aver scritto solo 2 o 3 romanzi eccezionali, e “la ragazza dello sputnik” non è tra questi.

La forza dei sentimenti che Murakami riesce a trasmettere attraverso i suoi personaggi è sconvolgente, ogni parola è al posto giusto e chi legge diventa parte fondamentale della storia.  Lascia molto spazio al lettore per interpretare gli eventi e farsi una sua idea delle vicende.

Ogni personaggio ha una storia alle spalle. Murakami si impegna molto a creare tre personalità distinte e, con altrettanto impegno, crea i legami e le relazioni fra i tre caratteri principali. Verso il finale tuttavia questo sforzo è vanificato: i personaggi hanno come perso umanità, ciò che fanno non è affatto naturale e confonde un po’ le idee. Da un lato siamo portati a pensare sia tutto parte della storia e questa perdita di umanità può avere significato se contestualizzata agli eventi in atto. Da l’altro fa storcere il naso e la lettura fluida di inizio racconto viene continuamente ostacolata da una narrazione che a tratti sembra lasciata al caso.

Non mi sento di giudicare questo libro come uno “dalle ottime potenzialità sprecate”. I testi stranieri, soprattutto quelli di tiratura orientale, giocano molto sulla spiritualità della propria cultura e sulle parole usate nella narrazione. Il nostro “approccio occidentale” può dunque inficiare moltissimo sull’interpretazione del racconto e il ruolo del traduttore di lingua è fondamentale per rendere il senso e la potenza del testo originale, ma è fortemente limitato dai mezzi a disposizione. Infatti ciò che in lingua originale aiuta l’autore a creare un’ambientazione e a trasmettere sensazioni, nella lingua italiana non crea lo stesso impatto emotivo. Questo diventa sicuramente un punto a sfavore per il racconto e ne diminuisce le potenzialità.

Voto

3/5

Citazioni

Quando le orbite dei nostri satelliti per caso si incrociano, le nostre facce si incontrano. E forse, chissà, anche le nostre anime vengono a contatto. Ma questo non dura che un attimo. Un istante dopo, ci ritroviamo ognuna nella propria assoluta solitudine.

A volte, stando con lei, provavo un dolore come se fossi stato colpito con una lama molto affilata. Eppure, per tutta la pena che potevano darmi, le ore passate con Sumire erano per me le più preziose della mia vita. Con lei riuscivo a dimenticare temporaneamente il costante sottofondo di solitudine che mi accompagnava da sempre. I confini del mondo si dilatavano e potevo respirare più profondamente. Questo accadeva solo grazie a Sumire.

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