Non è stato facile resistere al fascino dei racconti di Lovecraft: in particolare questa raccolta, Cthulhu – I Racconti del Mito, è stata la porta che mi ha condotto per la prima volta nel mondo del visionario.
Con il suo stile dettagliato e forbito mi ha tenuto incollato alle pagine, sempre in tensione. È riuscito a descrivere con un uso magistrale di paradossi, concetti astratti e idee al di là dell’immaginazione, gli orrori e le aberrazioni delle quali il suo universo è popolato.
Tempo, spazio, realtà e illusione, sono stati mescolati, mutati e adoperati a suo piacimento, in una cacofonia orripilante ma espressa perfettamente, che è riuscita a farmi provare appieno le sensazioni terrificanti che Lovecraft vuole generare.
La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto.
Lovecraft non possiede solo retorica e un ottimo vocabolario. È in grado di immergerti completamente nei suoi racconti grazie al suo stile e farti vestire i panni -seppure terribili- dei protagonisti, spesso lasciati senza nome.
Solo gli dei che furono potrebbero stabilire se fossi ancora lucido o in preda a un muto delirio; io non sono che lo spettro di un’ombra che si contorce in mani che non sono mani e vortica ciecamente oltre le mezzanotti popolate di fantasmi d’un creato putrescente, oltre i cadaveri di mondi morti solcati da piaghe che furono città, oltre i venti sepolcrali che spazzano le stelle e ne attenuano il chiarore. Al di là dei mondi, vaghi fantasmi di cose mostruose, indistinte colonne di templi blasfemi che poggiano su massi senza nome al di sotto dello spazio e raggiungono vuoti vertiginosi sopra le sfere della luce e della tenebra. E su tutto, in questo ripugnante cimitero dell’universo, si ode un sordo e pazzesco rullio di tamburi, un sottile e monotono lamento di flauti blasfemi che giungono da stanze inconcepibili, senza luce, di là dal Tempo; la detestabile cacofonia al cui ritmo danzano lenti, goffi e assurdi i giganteschi, tenebrosi ultimi dei. Le cieche, mute, stolide abominazioni la cui anima è Nyarlathotep.
E mentre i suoi libri fanno viaggiare con la mente e con la fantasia, l’universo di Lovecraft offre piccole perle anche a chi cerca qualcosa di più frenetico. Un esempio è il videogioco investigativo The Sinking City, in cui puoi vestire i panni del tormentato Charles Winfield Reed, investigatore privato in cerca della cura alle sue terribili visioni nella oscura cittadina di Oakmont, vicina della famigerata Innsmouth.
O, se affrontare gli orrori di Oakmont tutto solo ti terrorizza (parlo per esperienza), potete riunirvi intorno a un tavolo tra amici e infilarvi nei vicoli di Arkham, per tentare di salvare la famosa città dalle terribili macchinazioni di uno dei Grandi Antichi in Arkham Horror.
Se invece qualcuno di voi pensa di avere l’ardire di immergersi davvero nel mondo di Lovecraft, e magari ha sempre pensato di provare il gioco di ruolo, non aspettate. Munitevi di matita, gomma e dadi da gioco, e preparatevi a guardare giù nell’abisso.
Il Richiamo di Cthulhu è pronto a soddisfare il vostro bisogno di mistero, terrore e occulto, con un solo limite, l’unico che nel gioco di ruolo conta davvero: la vostra fantasia.
Esistono decine e decine di libri, videogiochi, giochi da tavolo e di ruolo che possono aprirti gli occhi sull’affascinante mondo di Lovecraft.
Perciò lettori, appassionati di horror fantasy, giocatori di ruolo e videogiocatori, non indugiate. Lasciatevi trasportare dai venti freddi e sepolcrali oltre mondi morti e templi blasfemi, al di là dal tempo. Qualcosa si agita, giù negli abissi e su, nei vuoti tra le stelle.
E nella sua dimora a R’lyeh, il morto Cthulhu attende sognando.
Saprete resistere al Richiamo?
Un ringraziamento speciale a Jan che ha collaborato con noi per la realizzazione di questo articolo.