Madame Bovary – Recensione

Madame Bovary

Gustave Flaubert
Emma è una giovane donna francese che, nel corso della sua esistenza, non riesce a raggiungere il suo ideale di felicità e appagatezza. Sposa giovanissima di Charles Bovary, la vita di provincia le sta stretta. Cercando di colmare il suo vuoto esistenziale, e un po’ per distrarsi dal disprezzo che prova per il ceto sociale a cui appartiene, vive una vita sopra le possibilità economiche del povero Charles. Riversa la sua frustrazione nei beni materiali e piaceri carnali, fino a che la sua situazione psicologica e finanziaria non ne risulterà completamente devastata.

Introduzione

Madame Bovary è un romanzo del 1857, e al tempo ha fatto non poco scalpore. Cercando sul web, ho scoperto aneddoti interessanti, molti dei quali lo hanno inevitabilmente portato ad avere tutta la celebrità di cui oggi gode. Un fatto interessante risale a quando venne pubblicato la prima volta. Infatti, dopo aver inizialmente pubblicato la storia ad episodi sulle riviste letterarie dell’epoca, Flaubert fu processato per “oscenità” e “immoralità”. Quando poi lo scrittore venne assolto pubblicò il suo romanzo, fin troppo sopra le righe, solo dopo essere stato revisionato e pesantemente censurato. In Italia la prima versione integrale e non censurata del testo fu pubblicata solo nel 2007 da Medusa Edizioni, e adesso la RBA ha deciso di ripubblicarlo con la traduzione di Oreste del Buono, per la sua collezione Storie senza tempo.

Recensione

Forse non tutti sapete che la storia raccontata da Flaubert non è completo frutto della sua fantasia. In verità, Madame Bovary trae origine da un fatto di cronaca accaduto ai suoi tempi e che è stato da lui romanzato e approfondito, per renderla la storia drammatica, travolgente e appassionante che oggi conosciamo.
In questa edizione il libro viene presentato diviso in tre parti.
La prima racconta la vita in giovinezza di Charles e di Emma, fino alle nozze, argomento della seconda parte. Questa prosegue con l’arrivo della prima figlia della coppia e il trasferimento a Yonville. Infine la terza parte è quella della disfatta totale di Emma e del suo rovinoso declino.
Ho trovato la prosa sublime. Sicuramente lo stile narrativo dell’ ‘800 può piacere come no, ma è impossibile affermare che questo romanzo non sia scritto bene. Ogni parola si trova nell’esatto posto che le spetta all’interno della frase. I personaggi principali, cosi come quelli secondari, hanno delle personalità perfettamente delineate. Il modo in cui vengono descritti i paesaggi è reso così bene da darti l’impressione di trovarti in quei paesini di campagna francese. Per di più, tutto questo processo descrittivo non risulta pesante né ripetitivo, anzi. Il lettore, immergendosi nella lettura, si confonde con i protagonisti e il trasporto è tale da provare egli stesso le forti sensazioni di Emma o di Charles.
Il narratore è esterno e racconta emozioni e pensieri dei vari personaggi senza farne parte o giudicarle, come ci si aspetta dall’autore considerato capostipite del realismo francese. Gli unici giudici siamo noi, ma non è un ruolo semplice come si può pensare. Infatti, avendo interamente a disposizione il punto di vista di tutti i personaggi, è difficile giudicare completamente giusta o sbagliata una scelta o un’azione: così come accade anche nella vita di tutti i giorni non esistono verità assolute.
Così come lo stile, in Madame Bovary sono notevoli anche i personaggi che si muovono nella storia.
Da un lato abbiamo Charles, un medico di campagna, mite e buono. L’amore che prova per Emma mi ha emozionato fino al profondo del cuore. È così tenero, così puro, a tratti si confonde con la completa devozione. Si prodiga per lei per soddisfare ogni suo incomprensibile capriccio e per farle vivere una vita agiata spesso al di sopra delle loro possibilità. Ho provato pena per lui, per tutte le sue sofferenze e il patimento che ha provato solo per amore di Emma. Dall’altro lato abbiamo proprio Emma. Personalmente ho odiato il suo personaggio. È la tipica donna perennemente infelice e insoddisfatta, che non riesce a godere dei piaceri che la vita le sta offrendo talvolta per capriccio, talvolta per accanimento verso un ideale di felicità e amore che, per l’appunto, è puramente idealistico.
Emma allontana e disprezza dapprima chi la ama, successivamente anche se stessa, per un obiettivo che nel corso della sua vita risulta sempre più lontano e sfocato. Inizialmente si presenta come un personaggio viziato, subdolo, che farebbe di tutto pur di raggiungere i suoi scopi. La sua vita diventa inevitabilmente un insieme di menzogne e meschinità. Nonostante il mio odio per lei, tuttavia, non sono riuscita a recriminarla. Capisco le sue scelte, anche le più misere. Una donna colta dell’800 che detesta la vita in provincia, che vorrebbe elevare il suo animo, i suoi usi e costumi all’alta società francese ma che si ritrova costretta in un piccolo paesino di campagna, circondata dalla mediocrità borghese. Probabilmente aiutato dal disprezzo dell’autore stesso nei confronti di questa classe sociale, in Madame Bovary Flaubert è riuscito a farmi avere una visione lucida del punto di vista di Emma. L’impressione di sentirsi intrappolata in una realtà che non le appartiene, costretta a reprimere se stessa per mantenere un rigore degno dell’etichetta ottocentesca, senza possibilità futura di migliorarsi. Ritrovandosi per di più con un marito troppo devoto, quasi ottuso, che non è in grado di elevare il suo nome e la sua fama, e così neanche quello della sua sposa. Tirando le somme, riesco solo a compatire la sua infelicità e a giustificare le scelte che inizialmente mi sono apparse tanto discutibili.

Conclusioni

Dalla prima pagina ho adorato Madame Bovary. La grande fama di cui gode è completamente giustificata. Non è da pensarsi sciocco o frivolo. Se ben analizzato, le tematiche profonde che affronta Flaubert parlando di Emma, del suo rapporto con Charles o dei paesani tra loro, possono fornire un quadro chiaro sulla società borghese ottocentesca, con tutti i suoi limiti.
Lo consiglierei a tutti, è un libro che mi ha fatto emozionare e spesso anche arrabbiare, e lo rileggerei seduta stante.

Voto

5/5

Citazioni

Prima del matrimonio, lei aveva creduto di provare amore per lui; ma dato che la felicità non aveva coronato un tale amore come avrebbe dovuto, pensava di essersi sbagliata. Emma cercava di immaginare cosa si intendesse nella vita con quelle parole felicità, passione, ebbrezza che le erano apparse tanto belle nei libri.

Lei desiderava un maschio […]. Un uomo, se non altro, è libero; può percorrere passioni e paesi, attraversare gli ostacoli, gustare le più remote felicità. Ma una donna è continuamente frustrata. Inerte e flessibile insieme, ha contro di sé le debolezze della carne e le costrizioni della legge.

Un infinito di passioni può stare in un solo minuto, come una folla in un piccolo spazio.

Quel che non capiva davvero, era il perché lei si affannasse tanto per una cosa semplice come l’amore.

La cosa più penosa è trascinare, come faccio io, un’esistenza inutile. Se i nostri dolori potessero servire a qualcuno, ci si consolerebbe con l’idea del sacrificio.

Spesso, guardandola, lui aveva l’impressione che la propria anima, slanciandosi verso di lei, si spandesse come un’onda intorno alla sua testa, fosse travolta nel candore del suo petto.

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