Un libro in una stanza: 1982 Janine

1982 Janine

1982 Janine

Alasdair Gray
Siamo in Scozia, vicino Glasgow. Per la precisione a Greenock, in una stanza d’hotel. Jock McLeish apre la porta per entrare nella sua camera, e vi resterà per tutta la durata del libro.
Un romanzo che si sviluppa interamente nella mente del protagonista, in una sola notte. Ed è nell’arco di questa notte interminabile che scopriamo le fantasie erotiche di Jock, la sua vita da alcolizzato ed il suo passato che lo ha portato proprio in quella stanza; e che è entrato nella nostra stanza grazie a Safarà.

Recensione

1982 Janine è stata l’ultima lettura del 2020 e, come tutto l’anno, non è stata una lettura facile. Quando ho sentito parlare per la prima volta di questo libro la parola che più gli veniva associata era “erotico“. L’ho letto e vi posso assicurare che è estremamente riduttivo e rappresenta forse un terzo di tutto ciò che l’autore vuole comunicare al lettore.
È la prima volta che leggo un libro scritto interamente come flusso di coscienza del protagonista, e devo dire che l’ho trovato molto interessante.
I pensieri sono discontinui, si interrompono, tornano indietro, si correggono da soli. Si percepiscono i momenti di ubriachezza di Jock, il modo in cui affoga la realtà nell’alcool e si rifugia nelle sue fantasie erotiche, piacevoli, e che lo hanno accompagnato durante tutta la sua vita.

Non riuscendo ad avere rapporti davvero appaganti con le donne ripiega la sua sessualità nella fantasia, creando una schiera di personaggi che si muovono in vari scenari, sempre mutevoli. Tra questi i più ricorrenti sono Superba, Big Momma e Janine, la sua favorita. Tutte donne diverse, fisicamente e caratterialmente, ognuna con una propria vita ben delineata. Le fantasie che più ricorrono nella mente di Jock sono quelle in cui le sue donne si trovano in situazioni spiacevoli, costrette ad appagare uomini di potere. Nonostante questo però nessuna di loro viene mai ferita, come se il nostro protagonista rispettasse l’altro sesso, seppure in un modo tutto suo.

Tuttavia rifugiarsi in queste fantasie non basta e per il cinquantenne Jock il peso della realtà è troppo pesante. Dopo un atto estremo, che lo porterà al delirio, iniziamo a denudare Jock così come lui denuda le sue donne immaginarie. Conosciamo dapprima saltuariamente, tramite brecce nelle sue immaginazioni, il piccolo McLeish, costretto a restare in casa mentre i bambini uscivano a giocare, vessato dal professore di inglese. Riviviamo poi la sua storia, evento dopo evento: la sua infanzia, gli anni del college, le amicizie, gli amori controversi. Il contesto politico che caratterizza la Scozia e che lo costringe ad una vita infelice. Un matrimonio nato senza amore, che lo porterà all’inevitabile divorzio. La lontananza dai genitori, più emotiva che fisica.

Jock non è altro che la rappresentazione di uno stato, una società conservatrice, piena di pregiudizi, che tende a reprimere l’umanità.
Gray ha dato vita ad un personaggio con idee politiche totalmente diverse dalle sue, ma che ha utilizzato al meglio per osservare e criticare la Scozia che pochi conoscono.
Per parlare in modo davvero soddisfacente di questo libro dovremmo studiare la storia della Scozia, analizzare tutti gli eventi e la società, vedere e toccare con mano la vita dello scozzese medio. Quindi vorrei sapere: voi lo avete letto? Cosa ne pensate? Conoscete un po’ meglio la Scozia?

Concludendo…

1982 Janine è stata una lettura interessante. Una novità per me, ma non è il mio genere.
Ci tengo a specificare che il voto che gli ho attribuito non si riferisce minimamente al valore del libro in sé, perché credo che ne abbia molto di più, ma si riferisce solo al mio gusto personale. Detto ciò, spero che a voi sia piaciuto e vorrei sapere cosa ne pensate!

Voto

2/5

Citazioni

Oggigiorno si dicono un sacco si scemenze sul concetto di “appagamento nel lavoro”, come se potessero essere in tanti a ottenerlo, questo appagamento. Le cose che rendono sopportabili gran parte degli impieghi (non appaganti – soltanto sopportabili) sono gli ingredienti extra, quelli inebrianti: la musica pop di un altoparlante, un assegno, la speranza di essere promossi, la speranza di una notte d’amore. Io mi rivolgo direttamente all’alcol, che ha iniziato di nuovo a funzionare.

Quando si alzò, quel letto divenne il luogo più solitario del mondo. Non avevo realizzato quanto nutrimento avessi accumulato per il mero calore del suo corpo. Da allora sono diventato insonne.

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